Family Day: oggi davanti alle sedi Rai per dire mai più ideologia con i soldi pubblici. Sia rispettato il contratto di servizio

Oggi il Family Day ha partecipato al flashmob promosso da ProVita & Famiglia davanti alle sedi Rai di Roma e Milano per dire “mai più gender e blasfemia sulle reti e con i soldi del servizio pubblico”. Abbiamo esortato i dirigenti di Viale Mazzini e Corso Sempione al rispetto del Contratto Nazionale di Servizio, che mette nero su bianco la dovuta attenzione all’identità culturale e religiosa del popolo italiano e ai valori della famiglia.
Le immagini e i contenuti blasfemi e propagandistici dell’ideologia gender, andati in onda durante il festival di Sanremo sono infatti riscontrabili in molti altri programmi delle reti Rai. L’ideologia del pensiero unico e la mancanza di rispetto per i simboli e le liturgie della religione cristiana non possono essere messe in scena con i soldi dei contribuenti. Siamo indignati per il continuo disprezzo del cristianesimo e l’irrisione di quei valori di dignità della vita umana e della carità reciproca che il Vangelo insegna da duemila anni e che mai come in questo tempo sono fondamentali per lenire la sofferenza in cui è immerso il nostro Paese. La corona di spine di Gesù Cristo, icona del dolore e segno di amore fino al sacrificio della Croce, non può essere oggetto di vergognoso sarcasmo.
Vi è infine da osservare che il “Contratto Nazionale di Servizio”, stipulato tra il MI.S.E. e la RAI-Radiotelevisione italiana S.p.A. (pubblicato sulla Gazz.Uff. del 7-3-2018), prevede all’art. 2 che “La RAI assicura un’offerta di servizio pubblico improntata ai seguenti principi: ….b) aver cura di raggiungere le diverse componenti della società, prestando attenzione alla sua articolata composizione in termini di …..identità etnica, culturale e religiosa …” ed all’art.3 che “La RAI è tenuta, inoltre, a promuovere la crescita della qualità della propria offerta complessiva, da perseguire attraverso i seguenti obiettivi: …….f) diffondere i valori della famiglia e della genitorialità”.
Di chi sono le responsabilità, nel MI.S.E. e nella RAI, di non aver controllato che principi ed obiettivi del Contratto fossero rispettati in particolare durante il Festival? I dirigenti preposti alla supervisione di questi contenuti dovrebbero fare un passo indietro e in ogni caso l’azienda dovrebbe riformulare la proposta culturale del palinsesto Rai per garantire pluralismo e contradditorio. È arrivato il momento che sia data voce anche al punto di vista e alle sensibilità delle famiglie italiane.
Roma, 26 marzo 2021
Associazione Family Day – DNF
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