Gandolfini (Family Day): Confermata la presenza dell’Italia tra i pochi Paesi che consentono il suicidio di Stato

La Consulta ha chiarito le condizioni in cui è consentito il suicidio assistito depositando la sentenza sul caso Cappato-dj Fabo. “Questi supposti paletti in realtà rendono ancora più evidente che avevamo piena ragione nel denunciare l’apertura ad una legislazione mortifera inaugurata con l’approvazione della legge sulle Dat nel dicembre del 2017”, commenta Massimo Gandolfini, leader del Family Day.
“In sostanza – prosegue Gandolfini – i giudici ribadiscono che può accedere al suicidio di Stato una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale, affetta da una patologia irreversibile, fonte di intollerabili sofferenze fisiche o psicologiche, che resti tuttavia pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli. In questo modo potranno suicidarsi anche persone che non sono in una fase terminale della loro vita o che attraversano un momento di fragilità emotiva e psicologica”.
“Unici due elementi apparentemente mitiganti la devastante portata del pronunciamento dei giudici della Corte Costituzionale sono che il medico non può essere obbligato ad agevolare il suicidio e che la procedura deve essere fatta in una struttura pubblica dopo la valutazione del comitato etico territoriale (anche se è realistico il rischio di uno spostamento da una regione all’altra in caso di diniego della domanda di suicidio – si veda il caso di Eluana Englaro)”.
“Se sarà applicato tutto questo . Conclude Gandolfini – l’Italia diventerà uno dei pochissimi Paesi al mondo che consente il suicidio assistito di Stato a tutti i soggetti con gravi fragilità psicofisiche che ne faranno richiesta”.
Roma, 23 novembre 2019 Associazione Family Day – DNF