Gandolfini (Family Day): Il Manifesto valoriale per l’Umbria non può essere firmato da chi ha sempre sostenuto il contrario del nostri valori

“Il candidato a Presidente della Regione che sottoscrive il Manifesto Valoriale per la famiglia è colui che con la sua firma si fa garante nei confronti delle associazioni proponenti e degli elettori dell’esistenza di un accordo chiaro e condiviso all’interno della sua coalizione. Solo dopo questo passaggio si potranno accettare le firme dei candidati a consigliere regionale, in quanto la firma di questi è subordinata a quella del candidato Presidente. Non ha senso infatti accettare l’adesione di un candidato che appartiene ad una coalizione che appoggia apertamente la liberticida legge sull’omofobia, le forzature anagrafiche di bambini nati all’estero tramite utero in affitto, il suicidio assistito e la legalizzazione delle droghe leggere”. Così Massimo Gandolfini risponde alle polemiche sull’incontro di giovedì 17 ottobre a Perugia con Meloni, Salvini e Berlusconi.
“Da parte nostra non c’è alcuna preclusione ideologica o personale nei confronti del centro-sinistra, ma d’altra parte i fatti parlano chiaro, come possiamo rivolgerci al Partito Democratico che nella consiliatura che si è appena conclusa ha fatto approvare la liberticida legge regionale sull’omofobia, che nulla ha a che vedere con la lotta alle discriminazioni, ma che entra a gamba tesa nel capo dell’educazione, dell’informazione e del mondo del lavoro? Come possiamo sottoporre il manifesto ai candidati di un partito che, al suo interno, non si trova nemmeno d’accordo sul diritto dei bambini ad avere un papà ed una mamma? Come possiamo ragionare con esponenti politici che trovano difficoltà persino a condannare l’utero in affitto, barbara pratica di cui hanno usufruito anche esponenti dem? Come possiamo sostenere chi anima una coalizione che propone la legalizzazione delle droghe leggere invece di combattere le dipendenze e le fragilità giovanili? Sono pubbliche le prese di posizione su questi temi da parte delle liste del centro-sinistra ed è a tutti ben noto l’atteggiamento della Giunta precedente in questi ultimi anni”, prosegue Gandolfini.
“A chi dice che dividiamo i cattolici, dico che non serve professare la fede in Cristo per difendere dei sacrosanti principi dell’antropologia umana. Anche un ateo può benissimo riconoscere il diritto del bambino ad avere una mamma e un papà e a non essere oggetto di mercimonio, il diritto del malato e del disabile a non cadere nell’abbandono terapeutico, il diritto della donne a non dover scegliere tra carriera e maternità, il diritto dei genitori di poter far valere il primato educativo sui loro figli. Noi non stiamo strumentalizzando le famiglie cattoliche, ma riaffermiamo i principi su cui si regge l’ossatura del tessuto sociale italiano, reso più fragile dalla crisi della natalità e dalle colonizzazioni ideologiche del pensiero unico”, conclude Gandolfini.
Roma, 15 ottobre 2019 Associazione Family Day – DNF