Gandolfini (Family Day): No allo ‘Stato pappone’, prostituzione resta un male anche se legalizzato

“Legalizzare qualcosa che è male non la trasforma in bene, e questo vale anche per la prostituzione. Il governatore Fontana ha esempi enormi sotto gli occhi: laddove è avvenuta, la legalizzazione della cannabis non ha ridotto le dipendenze; quella del gioco d’azzardo ha ridotto le famiglie sul lastrico e quella della prostituzione non ha ridotto lo sfruttamento e l’umiliazione di donne che, anche in caso di non costrizione, sono spinte a farlo da condizioni morali, sociali, familiari ed economiche altamente degradate. Avallare tutto questo per fare cassa, porta solo ad un peggioramento morale della società”; così il presidente del Family Day commenta la proposta del Governatore della Lombardia Attilio Fontana di legalizzare la prostituzione.
“Come non può esistere lo Stato biscazziere e spacciatore, non può esistere lo ‘Stato pappone’. Riteniamo un obbrobrio che lo Stato per qualche manciata di euro diventi uno sfruttatore. Vendere il proprio corpo è comunque una forma di schiavitù; riconoscerla alla stregua di un lavoro come un altro sarebbe un segnale devastante per milioni di ragazze e donne italiane che ogni giorno si fanno in quattro per mandare avanti le loro famiglie. Le persone più fragili vanno tutelate attraverso azioni di sostegno sociale, alle quali bisogna accompagnare anche strategie di contrasto culturale, politico e di polizia contro gli sfruttatori”, conclude Gandolfini.
Roma, 14 novembre 2019 Associazione Family Day – DNF