Gandolfini (Family Day): storica sentenza della Cassazione su utero in affitto, ora ritorni ordine nelle anagrafi e sia dichiarato utero in affitto “reato universale”

“Le Sessioni unite della Cassazione hanno stabilito oggi, con una sentenza che definirei storica, che non può essere trascritto nei registri dello stato civile italiano un provvedimento di un giudice straniero che riconosce un rapporto di filiazione tra un minore nato all’estero, tramite la barbara pratica dell’utero in affitto, e un soggetto italiano che non abbia alcun rapporto biologico con esso. In altre parole i massimi organi della giurisprudenza italiana non fanno altro che ritenere che questo rapporto – frutto di un mercimonio programmato con un contratto – si pone in contrasto con il divieto della surrogazione di maternità, previsto dall’art. 12 della legge n. 40 del 2004”, così Massimo Gandolfini, leader del Family Day, sul pronunciamento odierno della Cassazione.
“Il pronunciamento della Corte è un passo importantissimo per la tutela del diritto del bambino a non essere strappato dalla madre che lo ha tenuto in grembo per nove mesi e non essere oggetto di una compravendita, che lo programma come un futuro orfano di madre, non a causa di una tragedia ma per soddisfare il desiderio di due adulti. La sentenza è inoltre – lasciatemelo dire – il riconoscimento di anni di battaglie portate avanti dai movimenti pro family e pro life italiani che da almeno un decennio chiedono a gran voce la piena applicazione della legge 40 e un intervento del legislatore sulle conseguenze penali della pratica della surrogazione della maternità compiuta all’estero”, prosegue ancora Gandolfini.
“Sappiamo bene che la strada per affermare il diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà è ancora molto lunga, tuttavia la decisione della Corte infonde una rinnovata speranza nell’impegno per far riconoscere all’Italia e ai principali organismi internazionali l’utero in affitto come un reato universale. Adesso ci aspettiamo inoltre che tutti i sindaci che hanno legittimato il turismo riproduttivo, tramite le trascrizioni sui registri delle anagrafi comunali, la smettano di violare la legge”.
Roma, 8 maggio 2019 Associazione Family Day – CDNF