Il Gender nelle Scuole è un problema serio

Il Gender nelle Scuole è un problema serio che coinvolge le famiglie
ogni giorno. La politica deve dare risposte altrettanto serie:
oppure deve ammettere la propria incapacità
IL Comitato “Difendiamo i Nostri Figli” prende atto che il decreto sulla Buona Scuola è stato approvato senza alcuna modifica, ivi compreso l’art. 3 punto 16 del maxiemendamento, mediante il quale si apre una porta all’introduzione nei programmi scolastici della teoria del gender. L’impegno che i senatori di Area Popolare avevano ottenuto da parte del Governo sembra tuttavia vacillare, posto che la stessa ministra Giannini, in un proprio tweet dichiara che “non sarà il ministro delle circolari” e il sottosegretario Toccafondi, in una lunga lettera inviata all’Avvenire sembra voler sostenere che nella scuola italiana non è mai entrata la teoria gender. Siccome, al contrario, le famiglie che hanno riempito piazza San Giovanni lo scorso 20 giugno, sono testimoni di un’altra realtà, quella dell’insegnamento del gender nelle scuole di ogni ordine e grado, dai libricini nelle scuole per l’infanzia in cui si spiega ai bambini quanto sia bello avere due mamme o due papà, alle pubblicazioni diffuse nelle scuole secondarie di primo e secondo grado – con la scusa della prevenzione delle malattie veneree si trasmettono informazioni sulla modalità dei rapporti omosessuali, e si insegna che l’identità sessuale nulla ha a che vedere con l’identità di genere, e, che quest’ultima, può essere liberamente scelta e modificata più volte anche nel corso della stessa giornata. Il Comitato ritiene utile verificare fino in fondo l’effettività dell’impegno assunto dal Governo. A questo punto si aggiunga che il ministro Boschi non ha ancora riscontrato una formale richiesta di incontro inviata dal Comitato al Ministero da oltre 10 giorni.
Per tutte queste ragioni, gli animatori del Comitato DNF chiedono formalmente al Governo un preciso impegno ad emanare, contestualmente all’approvazione della “Buona Scuola”, un DL che riconosca il preminente diritto dei genitori ad istruire ed educare i figli, come previsto dall’art. 30 Cost. e dall’art. 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, e che garantisca ai genitori stessi il diritto di conoscere antecedentemente e dettagliatamente i contenuti di tutte le iniziative curriculari ed extra curriculari che riguardino direttamente o indirettamente l’educazione alla sessualità, all’affettività, la lotta agli stereotipi e alle discriminazioni di genere o alla violenza di genere, con l’esplicita previsione del consenso dei genitori per ogni singola iniziativa in tale materia da affiancare al consenso generale che i genitori devono esprimere sul POF.
Qualora tale impegno non venga formalmente assunto, il popolo delle famiglie si attende da chi sostiene oggi il Governo di prendere atto della sua inaffidabilità e di agire di conseguenza.
Il Comitato, dal canto suo, non esclude nessuna iniziativa a sostegno delle famiglie, ivi compresa la presentazione di referendum abrogativi con particolare riferimento all’intero articolo 3 punto 16 introdotto dal maxiemendamento del Governo.
Roma 30 giugno 2015 Comitato Difendiamo i Nostri Figli